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IL NO SHOW AL RISTORANTE: come contrastare una brutta abitudine


Il 31 maggio partecipa gratuitamente al webinar organizzato da FIPE in collaborazione con Nexi!

C’è un ristorante a cui non sia mai capitato di ricevere una prenotazione per un tavolo e non vedere arrivare nessuno?

Probabilmente no, perché questo fenomeno, noto con il nome di no show, è assai diffuso potendo contare oggi in Italia solo sulla buona educazione delle persone e non sulla presenza di regole chiare e condivise.

La mancata presenza senza disdetta si traduce in una perdita certa per l’impresa che non ha avuto il tempo di trovare un nuovo cliente o non ha addirittura potuto vendere il servizio ad un cliente che l’aveva chiesto. Questo danno, non solo economico ma anche morale, assume oggi un valore ancora più importante anche per effetto del contingentamento della capienza dei locali imposto dai protocolli di sicurezza.

Cosa si può fare per arginare il fenomeno?


È possibile mutuare le regole già utilizzate in altre attività e applicarle anche nei ristoranti?

Il webinar ha l’obiettivo di approfondire i diversi profili del fenomeno “no show”, e soprattutto intende suggerire soluzioni già disponibili.

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INTERVENGONO:
Luciano Sbraga | FIPE Confcommercio
Alfredo Passeri | Nexi
Iside De Cesare | La Parolina Trevignano
Lorenzo Lisi | Pierluigi Roma
Moreno Cedroni | La Madonnina del Pescatore Senigallia

Mentre bar e ristoranti subivano pesanti restrizioni dovuti alle misure di contrasto della pandemia con effetti devastanti sull’occupazione e sui fatturati che in migliaia di casi hanno anche portato alla definitiva chiusura delle stesse imprese, Consip, la centrale di acquisto della pubblica amministrazione, aggiudicava i primi 12 lotti per l’ennesima gara, la numero nove, per l’acquisto dei buoni pasto a favore dei dipendenti pubblici del valore di oltre 1,1 miliardi di euro.

Il bando di gara è stato costruito ancora una volta con l’obiettivo di massimizzare i vantaggi per la stazione appaltante, e dunque per lo Stato, ben sapendo che per le “perverse” norme che regolano questo mercato quei vantaggi sarebbero stati pagati integralmente dagli esercizi che permettono ai lavoratori di utilizzare i buoni per avere un pasto durante la pausa pranzo.
In definitiva il risparmio preteso da Consip si è tramutato in una sorta di tassa occulta per gli esercizi di ristorazione e commerciali del valore complessivo di 190 milioni di euro.

In alcuni lotti della gara lo sconto ottenuto per aggiudicare la gara e di conseguenza la commissione a carico degli esercizi convenzionati ha addirittura sfiorato il 20%. È il caso del Lazio dove Consip ha aggiudicato i 256 milioni di euro messi a gara ottenendo uno sconto di 42 milioni di euro.
Tutto questo è inaccettabile. Bar, ristoranti ed esercizi commerciali sono anni che denunciano questo stato di cose senza alcun risultato significativo. È necessario invertire fin da subito la rotta facendo si che la prossima gara Consip, la numero dieci, che verrà bandita nel corso di quest’anno venga aggiudicata con sconti notevolmente inferiori per passare poi ad una vera e propria riforma del sistema che sottragga i buoni pasto al meccanismo della gara sul valore nominale (valore facciale) come avviene negli altri Paesi europei. Insomma un buono pasto di 10 euro deve essere rimborsato per un valore di 10 euro e non di 8 euro come accade ora.