Il centro storico, anche dopo le restrizioni della pandemia, vive una forte crisi nel suo settore storicamente più vitale: a essere colpite, ora, non sono soltanto le botteghe storiche, ma anche negozi e punti vendita di brand molto noti. L’ultimo caso, quello della Libreria Feltrinelli nella galleria Alberto Sordi – che sarà chiusa al pubblico almeno per 10 mesi a causa di lavori di ristrutturazione, in attesa di valutare gli sviluppi – è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che continua a falcidiare il tessuto commerciale nel cuore della Città eterna.
Dopo la notizia della chiusura della libreria Feltrinelli nella Galleria Sordi, Confcommercio Roma torna a denunciare l’emorragia di chiusure di esercizi commerciali che sta interessando negli ultimi mesi il centro storico della Capitale e non poche aree periferiche.
Il dato previsionale sulla chiusura dell’anno in corso fornito dall’associazione di categoria segna un netto decremento del 30% tra negozi, ristoranti e servizi commerciali in città.
Oltre a Feltrinelli, in questo periodo sta chiudendo i battenti anche Brighenti, il negozio di intimo aperto in via Frattina dal 1953. Di recente la scure della crisi ha colpito Franchi, lo storico negozio di alta eno-gastronomia e rosticceria di via Cola di Rienzo, attivo da quasi un secolo. A poca distanza, ma prima della pandemia, lo stop definitivo era toccato alla storica alimentari dei Fratelli Mattei. In via dei Cestari, tra il Pantheon e Torre Argentina, gli storici negozi di arte sacra vengono progressivamente sostituiti da altre tipologie commerciali.
«Nonostante le evidenti difficoltà, il costo delle locazioni non sembra diminuire – osserva Romolo Guasco, Direttore di Confcommercio Roma – Certamente in un clima di ripresa arriveranno alcuni marchi internazionali, ma si rischia di perdere l’originalità e la qualità dell’offerta commerciale romana». Quindi, sostiene Guasco, «bisogna aiutare i negozi storici, applicando e finanziando la legge regionale che li riguarda».