"La tutela delle imprese è il primo dovere delle associazioni sindacali datoriali come Confcommercio. Ma anche insegnare ai nostri imprenditori associati a lavorare in modo virtuoso, perché solo investendo nel capitale umano ed in responsabilità sociale d'impresa, possiamo avere una classe imprenditoriale di alto livello che crei valore ed anche un bilancio economico migliore delle nostre aziende, come ci insegnano ormai anche le benefit corporation. Un imprenditore che lavora con criteri discriminatori, senza il rispetto nelle normative e delle leggi a tutela dei propri collaboratori ormai è un imprenditore destinato a restare fuori dal mercato. Tuttavia l’imprenditore spesso non si sente ascoltato e compreso davvero dalle istituzioni, così lontane dalla realtà. Si sta inoltre delineando una pericolosa ed infruttuosa contrapposizione ideologica fra imprenditori e lavoratori. Gli imprenditori non sono ladri e sfruttatori ed i lavoratori non sono fannulloni. Senza imprese non c’è lavoro. Molti imprenditori hanno grandi difficoltà nel reperimento di personale adeguato. Una contrattualizzazione più flessibile, nella piena legittimità, aiuterebbe soprattutto i settori stagionali in questo momento. Questo scontro ideologico e di pregiudizi che si sta delineando, una distorsione del “reddito di cittadinanza” (perché evidentemente qualcosa non ha funzionato nelle misure di sostegno), non aiuta per una cultura del lavoro, non fa coincidere “domanda e offerta”, in un momento storico drammatico dove tutti, imprese e lavoratori, dovremmo rimboccarci le maniche." Simona Petrozzi Presidente di Confcommercio Terziario Donna Roma e Vicepresidente nazionale di Confcommercio Terziario Donna