fbpx
CHIUDI

RISTORANTI, FIPE: A ROMA CRESCE L’ABUSIVISMO

24 Maggio 2019

“Le azioni finalizzate a contrastare l’esercizio abusivo dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte di imprese non autorizzate dimostra che la situazione in città ha superato livelli di guardia.

La politica anziché adoperarsi per spingere queste imprese al rispetto delle regole utilizza,  come in un gioco di prestigio, un vecchio trucco: è pronta a cambiare le regole per far sì che quello che è illegale oggi diventi legale domani.
E così i divieti di somministrare bevande alcoliche, di mettere tavoli e sedie, di apparecchiare come in un qualsiasi ristorante vengono via via smantellati e ciò che prima era abusivo, di colpo, non lo è più. Insomma una sorta di condono tombale. Eppure sono divieti posti a tutela dei consumatori perché in questi esercizi, a differenza di quanto accade in un bar o ristorante, non c’è il bagno dove lavarsi le mani prima di mangiare o fare ciò che di solito è indispensabile fare dopo aver bevuto, non si subisce, come capita a bar e ristoranti, una sanzione penale e si rischia la chiusura del locale se si somministra alcol  ad un minore o ad un ubriaco, non si contribuisce con 40 euro al mq. anziché con 8 euro allo smaltimento dei rifiuti della città.”

È quanto riporta la Fipe Confcommercio Roma in una nota.
“E’ necessario che la politica abbia un sussulto di responsabilità – dichiara il commissario Fipe Confcommercio Roma Giancarlo Deidda – per contrastare il processo di dequalificazione che sta sfigurando il volto del centro storico e di altri quartieri della città. L’idea che tutti facciano tutto senza il rispetto di regole comuni è il segno di una politica dal fiato corto che vive schiacciata sul presente. L’alcol è un prodotto sensibile che in tutti i Paesi socialmente responsabili viene gestito esclusivamente da attività autorizzate”.