Nella regione è fallito il18% delle imprese La crisi economica innescata dalla pandemia ha colpito pesantemente l’economia romana: diminuisce la nascita di imprese (-17% nel 2020) e aumentano quelle che chiudono (+18% ). A valutare i danni è l’Osservatorio Economico di Confcommercio Roma che abbraccia anche i primi tre mesi di quest’anno. Sul fronte consumi, Il calo nel Lazio è stato dell’11%, ovvero circa 27 miliardi.
«Dati in negativo che evidenziano e fotografano la catastrofe di questi mesi – afferma il direttore della Confcommercio Roma, Romolo Guasco – dovuta a due fattori: da una parte le chiusure, dall’altra la perdita di fiducia da parte delle persone, e quindi scarsa propensione e diversi tipi di acquisti. E se non soffre il food o l’alimentare, tutto il resto sì, ed in modo particolare l’abbigliamento: l’ultima chiusura, quella pasquale, non ha permesso di completare la vendita delle collezioni».
Beffa rifiuti per bar, negozi e ristoranti «Tari aumentata in piena pandemia» La Tari non diminuisce, anzi. Nell’ultimo anno la bolletta media della tariffa rifiuti dei romani è aumentata, seppur leggermente. Diventando particolarmente pesante, nonostante i rinvii delle scadenze dei pagamenti, soprattutto perle attività commerciali.
Confcommercio chiede che anche per quest’anno, vista la perdurante emergenza da Covid, vengano messi in campo interventi a sostegno delle attività produttive fermate dalla pandemia, e che in particolare la “tassa sull’immondizia” venga inserita nel novero dei costi fissi da congelare.
«Chiediamo che per il 2021 la Tari non venga pagata da tutte le imprese che hanno avuto un blocco della loro attività, per esempio i pubblici esercizi – sottolinea Guasco – Serve urgentemente un tavolo di confronto tra imprese, Campidoglio e Regione. E, soprattutto, è necessario che le istituzioni riprendano a dialogare tra loro».
«Già nei primi mesi del 2021, «le attività sono rimaste a lungo chiuse, tra zone rosse e altre restrizioni – dice Luciano Sbraga, direttore di Fipe-Confcommercio – basti pensare ai ristoranti, che non hanno mai potuto restare aperti a cena, e per lungo tempi neanche a pranzo. La categoria, pur comprendendo i problemi di bilancio dei Comuni, che devono aspettare l’intervento del Governo, non è disponibile a farla passare così: è assurdo pagare la Tari (che è già tra le più alte d’Italia) per rifiuti che non stiamo producendo».