I librai romani non saranno a Più libri più liberi. Dopo anni che chiedono all’organizzazione della fiera di cambiare le date e non farla nel mese di dicembre, quest’anno i librai romani hanno deciso di non rendersi complici di una manifestazione che, tenendosi nel periodo natalizio, indebolisce la già precaria situazione economica delle librerie.
Non è in discussione la validità della manifestazione, ma solo le sue date; Roma è l’unica città in Italia, ma forse anche in Europa, in cui si tiene una fiera-mercato editoriale nel mese di dicembre.
Per la sopravvivenza, le librerie contano sul fatturato natalizio che corrisponde a circa il 30% del fatturato annuo e le vendite dirette degli editori durante la fiera erodono parte di questo fatturato.
Amministrazioni pubbliche e editori, scrittori ed intellettuali, si ergono sempre a difesa delle librerie, ma di fatto, sostenendo la fiera, ne minano la stabilità economica e Roma continua a perdere le sue librerie, veri presidi culturali diffusi su tutto il territorio cittadino.
Durante il periodo di lockdown, le librerie romane hanno ospitato la raccolta dei pacchi per le famiglie disagiate, hanno organizzato la consegna a domicilio specialmente per le persone anziane, così come hanno gestito servizi di “libro sospeso” per i bambini e i ragazzi delle famiglie non in grado di sostenere le spese per i libri. Queste sono le librerie, questo significa la loro presenza in una città. La stessa città, però, non può ospitare una manifestazione che pesi sul bilancio natalizio di aziende così preziose per la struttura sociale e culturale del territorio.
Il fatto che gli organizzatori siano da anni irremovibili sullo spostamento della data richiesto dai librai, indica chiaramente quanto sia prevalente per loro l’interesse per un mercatino natalizio, rispetto alla promozione culturale che rimarrebbe identica in qualsiasi altro periodo.
É quanto comunica in una nota il direttivo di Ali Roma, Associazione Librai di Roma e provincia.