Un tempo era la Capitale istituzionale del Paese, quella degli uffici, dei ministeri. Ora lo è un po’ meno e il tessuto imprenditoriale di Roma cerca di stare al passo con i tempi, presentando un offerta più dedicata al mondo dei servizi. A dirlo è l’indagine strutturale dell’Osservatorio economico Confcommercio Roma 2023 svolta da Format Research per conto della stessa associazione di categoria. Delle 346.736 imprese registrate nella provincia di Roma, 299.864 risultano effettivamente attive (-4,471 rispetto ai 2021). Di queste, però, tre su quattro operano nel terziario (230 mila imprese), di cui 105 mila nei servizi, 92 mila nel commercio, 31 mila nel turismo. Secondo lo studio negli ultimi 10 anni si è assistito a un «costante processo di terziarizzazione delle aziende capitoline». In pratica, gli imprenditori decidono di investire di più sul mondo dedicato all’erogazione dei servizi rispetto ad altro (dal 74% del 2012 si è passati al 76% del 2022).
IL DETTAGLIO – Nel terziario una parte di rilievo la riveste comunque ancora il commercio. In questa categoria, il 59% è rappresentata dal mondo del dettaglio (3 punti in più della media nazionale), il 29% da quello dell’ingrosso (3 punti in meno rispetto al resto d’Italia) e il 12% quello della vendita di auto e moto. Del settore turistico, invece, la parte del leone (con 1’85%) la riveste la categoria dei ristoranti (perfettamente in linea con le percentuali nazionali). A seguire (con il 15%) quella degli alberghi (un punto in meno delle medie della penisola). Sul fronte dei servizi, invece, il 24% è orientata alle imprese, il 19% è di attività professionali, scientifiche e tecniche, altrettanti per le attività immobiliari e il 15% è dedicato ai servizi di informazione e comunicazione. Il mondo imprenditoriale dell’area romana è comunque fatto di micro imprese. In più di nove casi su dieci (il 95,9%) si tratta di realtà che hanno fino a nove addetti. Forte è la presenza del popolo delle Partite Iva: il 61,3% è un’impresa individuale, mentre il 30,5% è una società di capitali e il 6,4% una società di persone.
IL LAVORO – Nel 2022 si sono contati poco meno di 1,5 milioni di occupati nelle imprese extra agricole della provincia di Roma, pari a circa il 9% del totale degli occupati in Italia. Dopo un periodo di calo durante la pandemia, nel 2022 si è confermato il trend positivo delle nuove assunzioni a Roma, seppur con valori inferiori rispetto a quelli pre-pandemici. Un recupero, dunque, che si è palesato con ripercussioni positive nella vita di tutti i giorni con un aumento del numero dei lavoratori. Secondo lo studio promosso dall’Osservatorio economico di Confcommercio Roma il terziario della Capitale «si conferma trainante sia dal punto di vista della composizione del tessuto imprenditoriale, sia per quel che riguarda la domanda di lavoro, sia per quanto concerne il contributo al sistema economico del territorio». In totale, il terziario ha un valore aggiunto di 89 miliardi di euro (pari all’89% del totale) rispetto all’11% su cui invece può contare il settore industria.
IL SEGNALE – «Roma è sì la capitale del terziario, ma il commercio segna il passo per effetto dell’impatto delle vendite online e lo sviluppo dei centri commerciali – dice Pier Andrea Chevallard, neoeletto presidente di Confcommercio Roma – Credo che il dato importante da sottolineare sia la crescita del terziario e dei servizi alle imprese: si tratta di un segnale importante per la città, che sottovaluta spesso il risultato che danno allo sviluppo economico, l’ICT, la comunicazione, il marketing. Anche a Roma, su questo fronte, sta crescendo il numero di imprese importanti e significative. Di fatto sono loro a riuscire a controbilanciare la perdita di velocità del commercio al dettaglio. Soprattutto, consentono a Roma di giocare un ruolo importante come uno dei grandi nodi italiani di questo ambito insieme a Milano». Ma questo scenario che si evolve ha bisogno di un mondo che va di più verso le nuove tecnologie e che è in grado di proiettare la città su scenari globali, contribuendo a far competere Roma con gli altri distretti internazionali del settore. «Per questa ragione, per sviluppare l’erogazione dei servizi alle imprese, è importante che sia sostenuta da politiche adeguate per rafforzare le infrastrutture. Roma deve essere al passo, altrimenti rischia di non essere in grado di soddisfare le domande delle imprese».