Stamattina, in videoconferenza stampa, Confcommercio Roma ha presentato il Rapporto di ricerca: “L’impatto dell’emergenza sulle imprese culturali a Roma | LUGLIO 2020”
All’incontro di presentazione sono intervenuti Pier Andrea Chevallard, Commissario Confcommercio Roma, Valerio Toniolo, Presidente del Coordinamento delle Imprese Culturali di Confcommercio Roma e Pierluigi Ascani, Presidente di Format Research, Istituto di Ricerca specializzato nelle indagini sulle imprese.
“Il settore cinema e teatri viene sottovalutato. Non e’ sufficientemente preso in considerazione il rischio della città in termini di impoverimento culturale. Considerare l’offerta di teatri e cinema come uno dei tanti
componenti dell’offerta commerciale è un errore drammatico che la politica sta facendo” – ha affermato Pier Andrea Chevallard – “In assenza di interventi organici e sistematici si rischia che alcuni dei luoghi più importanti per la socialità e la crescita del territorio si inaridiscano. Ci vuole pochissimo a chiudere dei teatri e dei cinema, ma riaprirli è un’operazione titanica. Amministrazione comunale e regionale non possono sottrarsi: è un obiettivo prioritario per il territorio. Andare al cinema e a teatro significa uscire, andare a cena, frequentare ristoranti e negozi – ha aggiunto Chevallard – Questa città non si può permettere cittadini chiusi in casa, perché si impoverirà. Il senso di questa indagine, che ripeteremo in autunno, è sollecitare una continua attenzione rispetto a un settore strategico che trascende le dimensioni quantitative”
“Siamo ancora in fase 1 e se continua così anche a ottobre saremo sempre in fase 1” – ha commentato Valerio Toniolo – “Abbiamo spesso sollecitato l’Assessore Luca Bergamo a interventi strutturali: Romarama non è una risposta alla crisi, Romarama è la fine del sogno di Nicolini, che oggi sarebbe stato attuale dopo lockdown. Ma non è vero che Roma Capitale non può far nulla per sostenere i privati. Le risposte non possono non arrivare nell’immediatezza, non possiamo aspettare ottobre-novembre. Pretendiamo una risposta“.
SINTESI DEI DATI EMERSI
Di seguito, una sintesi dei i principali risultati che emergono dal primo wave della ricerca “Indagine sull’impatto dell’emergenza economica sulle imprese culturali a Roma, le nuove modalità di fruizione dei luoghi della cultura”, realizzata da Confcommercio Roma in collaborazione con Format Research.
La ricerca è stata articolata su due indagini:
- un’indagine rivolta ad un campione statisticamente rappresentativo delle imprese culturali (esclusivamente cinema e teatri) che insistono nella provincia di Roma;
- un’indagine rivolta ai consumatori che risiedono in provincia di Roma, di età superiore ai 18 anni, che prima del COVID-19 avevano l’abitudine, sia pure con livelli di frequenza diversi di andare al cinema o a teatro.
Durissimo l’impatto del lockdown sulle imprese culturali che temono che la situazione sia destinata a peggiorare negli ultimi mesi dell’anno. Crollo degli introiti di cinema e teatri, che in molti casi hanno visto azzerare le proprie entrate.
Oltre il 90% dei cinema e dei teatri a Roma segnala una riduzione, quando non un azzeramento, dei ricavi nei primi sei mesi del 2020. Oltre il 91% dei cinema della provincia di Roma e oltre il 95% dei teatri sono in difficoltà nel riuscire a far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Pochissimi i cinema che sono riusciti ad aprire e oltre il 70% è in difficoltà a causa dei pesanti costi derivanti dall’applicazione dei nuovi protocolli di sicurezza.
Bassissima l’affluenza attesa in autunno dai cinema: oltre il 68% si aspetta un numero minimo di spettatori. Oltre l’80% dei teatri avranno enorme difficoltà a riaprire ad ottobre a causa degli ingenti costi e saranno fortemente penalizzati dal limite massimo di spettatori e dal distanziamento. Il 75% dei cittadini romani nell’estate del 2020 andranno meno al cinema o non ci andranno affatto.
Nel 2020 si corre il rischio che l’indotto delle imprese culturali (bar, ristoranti, negozi, operatori della mobilità) perda oltre il 50% dei ricavi legati al consumo di spettacoli cinematografici.
Situazione difficile anche per i teatri: questo autunno il 49,7% dei consumatori andrà meno al teatro o non ci andrà affatto, e tale fatto potrebbe comportare una perdita di oltre il 60% dei ricavi legati al consumo di rappresentazioni teatrali (cene, shopping, taxi).
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