L’emergenza sanitaria ed economica mette in crisi il terziario a Roma, che con quasi 300.000 imprese costituisce il 76% del tessuto economico della Capitale, dando lavoro a oltre 1.200.000 occupati.
Ieri mattina, Confcommercio Roma ha presentato il Rapporto di ricerca: “Diario Economico della provincia di Roma”, che ha inteso analizzare i numeri della crisi del terziario della Capitale.
All’incontro di presentazione, moderato da Ernesto Menicucci, capocronista de Il Messaggero, sono intervenuti: Pier Andrea Chevallard, Commissario Confcommercio Roma, Paolo Orneli, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio, Carlo Cafarotti, Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale, e Gaia Petrucci, di Format Research, l’Istituto di Ricerca che ha realizzato l’indagine.
L’INDAGINE
Calcolando il saldo demografico tra le mancate «nuove aperture» di imprese e il numero delle imprese cessate, alla fine del 2020 le imprese del terziario della Capitale diminuiranno di 11.000 unità. Sommando al 2020 anche i primi mesi del 2021 la diminuzione delle imprese del terziario a Roma sarà pari a “meno 16.000”.
Nel 2019 le imprese del commercio, del turismo e dei servizi hanno prodotto 128 miliardi di valore aggiunto, nel 2020 il valore aggiunto prodotto sarà pari a 119 miliardi con “nove miliardi di perdita” (-6,9%).
Al termine del 2020 tuttavia le imprese del commercio, del turismo e dei servizi della Provincia di Roma perderanno 44.000 addetti a causa del crollo delle nuove assunzioni e del mancato rinnovo dei contratti a termini e assimilabili.
I COMMENTI
«È necessario che oggi si varino interventi sostanziosi di sostegno alle imprese commerciali, per permettere loro di sopravvivere fino al termine dell’emergenza – sottolinea Chevallard – A partire dall’eliminazione dell’Irap e dei ristori per le imprese colpite in termini di liquidità, indispensabile per non chiudere definitivamente bottega. Si pensi, per esempio, al dramma degli alberghi e di tutto il sistema accoglienza, con un turismo azzerato e una ripresa del flusso di visitatori ancora lantana, che ci aspettiamo non prima dell’autunno 2021 possiamo considerare già in buona parte “bruciato” il primo semestre dei prossimo anno».
Secondo il commissario di Confcommercio Roma, «bisogna, con il Comune e la Regione, pensare a una strategia di marketing per intercettare i futuri flussi turistici e riportare Roma a essere un obiettivo per l’attività congressuale, ma anche per il turismo scolastico». Per non parlare «delle iniziative minime quotidiane, che l’amministrazione capitolina deve mettere in campo, come tenere aperte le zone a traffico limitato e favorire la mobilità cittadina».