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#SIAMOATERRA | IL MONDO DEI LOCALI E DELLA RISTORAZIONE SCENDE IN PIAZZA

24 Ottobre 2020

#siamoaterra Mercoledì 28 ottobre alle ore 11.30 manifestiamo uniti, in 18 città italiane #1000copertiaterra


Saremo presenti a: Torino Aosta Milano Bergamo Mantova Genova Verona Trieste Trento Bologna Firenze Ancona Perugia Roma Napoli Bari Catanzaro Cagliari


Il piatto piange e la musica è finita. Gli ultimi provvedimenti presi dal Governo e dalla Regione Lazio per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi.

Non soltanto i ristoranti, svuotati dall’effetto psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi, ma anche i bar, i locali di intrattenimento e le imprese di catering e banqueting impossibilitati a lavorare a causa delle restrizioni sugli orari di apertura e sui partecipanti a eventi e matrimoni.

Un’emergenza nell’emergenza sulla quale le associazioni territoriali della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – accenderanno i riflettori martedì 28 ottobre alle 11.30, quando i gestori dei locali scenderanno in piazza.


Il nostro obiettivo è ricordare i valori economici e sociali della categoria, che nel Lazio occupa oltre 144mila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 38 mila imprese che prima del Covid19, nella nostra Regione generava un fatturato di 8 miliardi di euro.

“Coniugare tutela della salute e salvaguardia del tessuto economico – sottolinea Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma – significa consentire anche alla ristorazione di lavorare senza restrizioni ma nel rispetto dei protocolli di sicurezza. È impensabile che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di generare una psicosi di massa e impedire alle aziende di svolgere il proprio lavoro anticipandone gli orari di chiusura. Senza turismo, con i lavoratori in smart working e con le limitazioni di orario le aziende non possono sopravvivere. In questi mesi abbiamo investito in sanificazione degli ambienti, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza all’avanguardia. Abbiamo fatto sacrifici importanti, con senso di responsabilità e attenzione al bene comune, siglando protocolli e rispettando le regole. E se c’è chi non le rispetta va controllato e sanzionato. Chiediamo con forza la possibilità di sopravvivere. In assenza di sostegno rischiano di chiudere 6 mila imprese e 21 mila persone potrebbero perdere il posto di lavoro”.