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CONFCOMMERCIO | I commercianti sul piede di guerra: «Rifiuti ovunque? La Tari va ridotta»

27 Settembre 2020

Il Messaggero Roma, 27 settembre 2020

“Tagliateci la Tari, altrimenti sarà pioggia di ricorsi”. Il servizio di pulizia e di raccolta rifiuti è insufficiente e i commercianti insorgono, chiedendo anche la sospensione della tariffa per il 2020 e l’apertura ai privati dello spazzamento delle strade.

«Tagliateci la Tari, altrimenti sarà pioggia di ricorsi». Il servizio di pulizia della città e di raccolta rifiuti è insufficiente, come si legge nella stessa relazione dell’azienda, e i commercianti insorgono, chiedendo anche la sospensione della tariffa per il 2020 e l’apertura ai privati dello spazzamento delle strade. «Abbiamo chiesto la riduzione della Tari, con una lettera inviata all’assessore Lemmetti – sottolinea Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma – Innanzitutto vogliamo rassicurazioni sullo sconto del 25 per cento annunciato per il primo semestre, affinché non ci sia una rivalsa successiva».

STOP Al PAGAMENTI
Dopodiché, arrivano le istanze più importanti: «Per quest’anno sarebbe necessaria una sospensione della Tari – spiega Guaseo – Molte attività non hanno praticamente lavorato nel 2020: far pagare la tariffa in queste situazioni non ha senso e apre la strada a possibili ricorsi». Secondo il direttore di Confcommercio Roma, «il futuro della raccolta deve puntare sul decentramento della raccolta differenziata e su qualche soluzione diversa per lo spazzamento, con l’affidamento all’esterno di alcuni compiti: assurdo pagare prezzi spropositati per un servizio che non c’è». Poi c’è il tema dello smaltimento e della mancanza di impianti per il trattamento dell’immondizia: «Roma deve dotarsi di termovalorizzatore, altrimenti continueremo a sapere dove mettere rifiuti e a pagare tanto per portarli fuori».

LA CRISI
«I dati ufficiali sul servizio dell’Ama sono un incentivo in più per insistere su ciò che sosteniamo da sempre: bisogna abbassare la Tari per agevolare io settore del commercio in genere – commenta Valter Giammaria, numero uno di Confesercenti nella Capitale – La Raggi ora ha chiuso a questa possibilità, ma ora siamo più legittimati a chiedere». I ricorsi? «Ora sono sempre più possibili da parte dei cittadini, anche perché la stessa relazione dell’Ama li rafforza – aggiunge Giammaria – Ma ci vorrebbe una decisione politica del Campidoglio, proprio partendo da questi dati, e dalla situazione economica generale: oggi le imprese producono meno rifiuti perché non c’è attività».

IL MONITORAGGIO
Sul piede di guerra sono soprattutto i pubblici esercizi: bar, ristoranti e altro. «Il primo problema è la tariffa, troppo alta rispetto al servizio – tuona Claudio Pica, leader di Fiepet-Confesercenti – Togliere solo il 25 per cento è troppo poco, perché quest’anno i ristoratori stanno producendo un terzo dei rifiuti abituali. E il servizio è pessimo: un ristoratore ha scritto una mail certificata all’Ama, perché nella sua strada non passano a pulire da due settimane. Così è impensabile andare avanti». Pica fa una proposta: «Andrebbero messi online tutti gli interventi di pulizia dell’Ama previsti, giorno per giorno, in modo che i cittadini possano controllare».

IL MESSAGGERO ROMA | 27/09/2020