Oggi, venerdì 30 aprile, in quanto giornata prefestiva, gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri, gallerie e parchi commerciali rimarranno chiusi, come anche sabato 1° e domenica 2 maggio.
«Questa settimana si potrà lavorare 4 giorni su 7. Un vero shock per queste aziende che chiedono nuovamente al Governo di fornire risposte certe e chiare ai 600mila lavoratori dei centri commerciali sul loro futuro e di conoscere i criteri utilizzati per decretare ancora la chiusura nei week end, capendo come è stato valutato il grado di rischio, considerando i severi protocolli anti Covid presenti». È quanto spiega il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco. E continua: «Risulta infatti difficile comprendere come gli stessi protocolli di sicurezza che consentono ai centri commerciali di restare aperti da lunedì a venerdì, non risultino adeguati nel fine settimana. Va invece considerato che queste strutture di vendita consentono un puntuale controllo delle presenze, e la loro chiusura porta inevitabilmente un maggiore afflusso in altre zone delle città. Infatti con il nuovo Decreto Legge “riaperture” rimane intatta la disposizione di cui all’articolo 26 del Dpcm 2 marzo, secondo la quale gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilati restano chiusi a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie. Confcommercio Roma ritiene che la chiusura nel weekend, operativa ormai da più di sei mesi, sia del tutto incomprensibile, soprattutto in un contesto nazionale di riapertura delle attività economiche. Nella regione Lazio sono 93 i centri commerciali, gallerie e parchi commerciali, di cui 65 presenti nella sola provincia di Roma. Occorre che il Governo nazionale ritorni su questa decisione e che la Regione Lazio trovi soluzioni m linea con l’attuale indice di contagio in decrescita. Sono a rischio importanti aziende del nostro territorio e la salvaguardia dei livelli occupazionali».