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AL TEMPIO DI ADRIANO: ROMA 2030, UNA CITTÀ PIÙ FRUIBILE E UNA PA PIÙ SMART

12 Luglio 2018
Territorio, infrastrutture, trasporti: da qui al 2030 si sfrutterà la centralità geografica della Capitale quale risorsa preziosa per i servizi di logistica.

La città avrà un assetto più moderno e una fruibilità più facile per i suoi abitanti.
Saranno realizzabili: parziali miglioramenti nelle aree semiperiferiche; programmi di rigenerazione urbana e di riuso di vasti complessi abbandonati (che a Roma sono ubicati in aree semicentrali); destinazioni funzionali miste (produttive, commerciali, residenziali) in modo da ridurre la necessità di spostamenti quotidiani; programmi per promuovere e realizzare il telelavoro”.
È quanto emerso dalla ricerca su “Roma 2030. Scenari di sviluppo nel prossimo decennio”, iniziata nel dicembre 2017 e terminata nel maggio 2018, realizzata dallo studio De Masi per conto della Camera di Commercio di Roma e presentata presso Sala del Tempio di Adriano.

A illustrare la ricerca il professore Domenico De Masi. In merito al terzo
settore, nei prossimi dieci anni, l’impostazione liberista e di
smantellamento dello stato e dei servizi pubblici continuerà il suo corso.
Volontariato, impresa sociale e terzo settore saranno campi importanti della società romana per diversi fattori: la delusione politica che orienta verso l’impegno sociale.
La ripetitività dell’offerta imprenditoriale romana che lascia scoperti ampi settori innovativi soprattutto nel nuovo welfare e nella green economy; il fallimento dei modelli consumistici; le nuove tecnologie che abbassano la soglia del capitale necessario per intraprendere un’attività e consentono di utilizzare i vantaggi di concentrazione della domanda della più grande città italiana.
Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, avremo una PA più smart, efficiente e moderna. Tale processo migliorerà la produttività del lavoro e determinerà conseguenze virtuose, caratterizzate da: un aumento della produzione sia a livello aggregato che per unità di lavoro e dell’offerta di beni e servizi; una maggiore partecipazione della popolazione alla vita lavorativa; una maggiore offerta di lavoro qualificata.
Su come evolveranno i prodotti e i consumi culturali della popolazione romana, la fase di stallo in cui versa da alcuni anni la cultura a Roma – rende noto la Ricerca – sta determinando una voglia diffusa di rivalsa e di rinascita che provocherà: la formazione di nuovi gruppi, scuole, club, movimenti culturali; una nuova ondata di manifestazioni originali; forme varie di mecenatismo.
Roma sarà in grado di competere nello scenario globale: attrarrà turisti;
attrarrà talenti, intelligenze, progetti; vedrà crescere il proprio
prestigio a livello internazionale per quanto riguarda l’offerta culturale.
Si moltiplicheranno gli spazi di integrazione e inclusione sociale,
multi-etnici e multi-culturali (sull’esempio dello spazio autogestito MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – città meticcia).
Inoltre, “aumenterà il peso della ricerca tecnologica e di quella
scientifica – ha spiegato il professore De Masi – entrambi diventeranno
fattori decisivi per il futuro della città. I prodotti della ricerca saranno
sfruttati dal sistema economico locale in alcuni settori strategici:
agroalimentare, biotecnologie, telecomunicazioni aerospazio. Roma avrà la concentrazione più elevata di ricercatori pubblici in Italia. Ciò darà vita a un efficace raccordo tra le imprese, il sistema della ricerca e il mondo universitario”.
Roma – specifica la Ricerca – ospita 44 università tra pubbliche, private e confessionali. Le tre università pubbliche sono frequentate da 180.000 studenti. Da qui al 2030 si creerà un maggiore raccordo tra le università
pubbliche, nasceranno altre università private e migliorerà la qualità di
quelle esistenti.
Il ricambio generazionale favorirà una maggiore sensibilità dei
dipartimenti verso la ricerca applicata alle grandi questioni della città:
la rigenerazione urbanistica, l’economia della cultura, la green economy, la riforma degli assetti istituzionali, il trasferimento tecnologico, la
creatività giovanile, il rinnovamento della didattica nelle scuole, la sfida
dell’interculturalità.
Intervenuti alla presentazione della ricerca il Sindaco Virginia Raggi e i rappresentanti di tutte le principali associazioni di categoria. 
 
Per Confcommercio RomaValerio Toniolo, che ha dichiarato:
“La ricerca Roma 2030 è una fotografia importante perché riprende finalmente un dibattito, fa iniziare un nuovo confronto. Adesso la sfida importante è sviluppare una progettualità: svilupparla insieme al comune di Roma, a tutti gli imprenditori, affinché questa
progettualità consenta di arrivare al traguardo, cioè avere una Roma 2030 che possa anche modificare la fotografia, Ma soprattutto ci
consenta tutti insieme di dare il nostro contributo per il rilancio della
città, in cui noi crediamo”.